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giovedì 26 dicembre 2013

Un Natale degli anni '80

I belgioiosini hanno sempre mantenuto viva la tradizione del presepe, tant'è che da qualche anno si è costituita l'Associazione dei presepisti che allestisce una spettacolare mostra presso la ex Chiesa dei frati.
Già negli anni '80, un gruppo di appassionati della rappresentazione sacra, capeggiato dai signori Achille Mainardi e Carlo Granata, allestiva il presepe in quella stanza della parrocchia oggi diventata Cappella di San Pio. 
Le statutine erano per la maggior parte in gesso, mentre altre erano dotate di un meccanismo che le faceva muovere: c'era il mungitore, il boscaiolo che tagliava la legna, il pescatore che seduto sulla sponda del laghetto alzava ed abbassava la lenza.
Sulla destra del grande tavolo dove era sistemato il presepe, c'era una specie di galleria, dalla quale uscivano dei simpatici babbi Natale dotati di gerla sulle spalle. Trainati da un  rullo, passavano davanti alla fila di bambini che guardavano ammirati la natività e che ogni tanto mettevano qualche monetina (o il cinquecentolire di carta) nella gerla.

Per qualche anno anche all'esterno della chiesa venne preparata una capanna in legno che ospitava delle grandi statue in gesso molto belle e per il Natale del 1985 si riuscì ad allestire anche il presepe vivente sul piazzale del castello antistante la chiesa.

mercoledì 25 dicembre 2013

Natale 1990

Belgioioso ha una tradizione di Babbi Natale tanto lunga da fare invidia al Polo Nord. L'altro giorno ne avete visti una squadra all'opera durante la Festa dal Rusò e non sono che gli ultimi di una lunga serie.
Già nel 1990 i nostri Santa Claus del Basso Pavese portavano doni e gioia ai bambini buoni. Grazie a un filmato di Teresio Parisi possiamo tornare indietro di 23 anni e rivivere quei momenti.
Avete riconosciuto chi si nasconde sotto la barba bianca e il vestito rosso?



BUON NATALE!!!

martedì 24 dicembre 2013

I palloncini rossi per Babbo Natale - una storia dal Rusò


Quest'anno alcuni belgioiosini hanno reso ancora più vera la magia del Natale. Quello che è accaduto è tanto bello che merita di essere raccontato. Potete scoprirlo qui di seguito, grazie alle parole di Claudia Terna, una dei protagonisti di questa splendida storia natalizia che inizia con dei palloncini color rosso...


“Michele Fiocchi di Via Cantone, mentre era in campagna a cercare qualche ramo di pino per gli addobbi, ha trovato una letterina legata a due palloncini color rosso. Stupito ed entusiasta allo stesso tempo, me li ha portati e insieme abbiamo aperto e letto la missiva: “Mi chiamo Mirko, ho quattro anni e abito a...in via...e siccome quest'anno sono stato buono vorrei una macchinina rossa telecomandata”. Ovviamente la lettera era indirizzata a Babbo Natale.

Ci siamo "sciolti"per l'inaspettata situazione in cui ci trovavamo ed è subito partita la ricerca del bimbo, del quale non conoscevamo il cognome, ma solo la città e l'indirizzo. Grazie alla collaborazione del Comune di Arosio, in provincia di Como, abbiamo appreso che il bambino aveva lanciato i palloncini in cielo durante la festa che si era svolta all'asilo solo il giorno prima. Dopo un lungo viaggio di cento chilometri, la lettera è atterrata nelle campagne dei "risin" in sal Canton.

L'assessore ai servizi sociali del comune, signora Alessandra Pozzoli, si è subito dimostrata commossa e collaborativa, ed ha accolto con gioia la nostra intenzione di inviare il dono al piccolo Mirko.

Oggi, martedì 24 dicembre, l'amministrazione Comunale di Arosio, organizzerà una festa per i bambini e parteciperà anche Mirko al quale verrà consegnata da Babbo Natale in persona la macchinina rossa telecomandata tanto desiderata, che noi Panarot gli abbiamo regalato!
Ci è sembrato un gesto di "riconoscenza" nei confronti di Mirko che con la semplicità del cuore di un bambino di quattro anni, ha scritto un suo desiderio e la sorte lo ha fatto pervenire a noi.

Ci siamo sentiti felici e "importanti", a conferma che la semplicità delle piccole cose può regalarci momenti magici.

Ringraziamo sinceramente i genitori di Mirko che hanno accettato il nostro dono, il sindaco del Comune di Arosio e l'assessore ai servizi sociali Alessandra Pozzoli, a i quali abbiamo mandato i nostri libri e "l'aria buna dal Rusò", sperando di poterli avere ospiti alla nostra prossima festa!

L'assessore ci ha promesso che ci invierà le foto della consegna del dono e noi dal Rusò sogneremo Mirko...un po' come un piccolo Panarot "adottato" BUON NATALE A TUTTI !!!!!”  

lunedì 23 dicembre 2013

Il Natale dal Rusò (Christmas Panarot)

L'aria dal Rusò ispira festa. Ogni occasione è buona per scendere in strada e stare insieme all'insegna dell'allegria.
Figuriamoci se a Natale i nostri Panarot potevano tirarsi indietro e dimenticare di organizzare un modo simpatico e coinvolgente per fare gli auguri a tutti noi!
Babbo Natale in persona era presente per la gioia dei piccini...
...ma anche dei grandi che non hanno dimenticato come si vive la magia del momento. Perché l'età non conta quando è Natale!

giovedì 19 dicembre 2013

Il distributore AGIP di via Dante

Belgioioso ha subito molte trasformazioni nel corso dei decenni: sono spuntate nuove vie e alcuni angoli del paese sono cambiati radicalmente. Alcuni punti conservano però lo stesso aspetto di un tempo e non mi riferisco solo ai monumenti storici come il castello o la chiesa parrocchiale. Da almeno mezzo secolo, per esempio, esiste un distributore che si trova pressapoco dirimpetto alla ex chiesa dei frati.
Molti over 50 di oggi ricorderanno di averci fatto il pieno da neo patentati, nei lontani anni '60.
Grazie a Federico Bianchi, che per molti anni lo ha gestito insieme al padre Valerio, posso oggi proporvi un'interessante foto d'epoca e la ricevuta di pagamento della prima utenza telefonica dell'attività.

Rilevammo il distributore nel 1962 – ricorda Federico - da li in poi era tutta campagna fino alla cascina Valcova  e al bar della Mingola a Linarolo. Siamo rimasti sull'impianto per 30 anni fra estati torride e inverni gelidi.
Molti belgioiosini se lo ricorderanno bene!

domenica 15 dicembre 2013

La segheria Lodigiani

La segheria Lodigiani ha segnato la storia economica e commerciale del nostro paese, dando lavoro ad intere generazioni di belgioiosini e a persone dei paesi limitrofi.
Parte del cortile della segheria Lodigiani, oggi Via Trabucchi (foto Mariangela Speroni)
La prima sede era nel grande cortile di Via Garibaldi, dove oggi c'è
Via Trabucchi e la produzione era interamente incentrata sulla costruzione di imballaggi per le macchine da cucire Necchi.
Oltre a quella della famiglia Lodigiani, vi era un'altra segheria che si trovava appena dopo il passaggio a livello sulla strada per Filighera: era quella dei Signori Salesi che lavoravano per conto della Pasta Agnesi. Nell'immediato dopoguera i Salesi cedettero l'attività ai fratelli Camillo, Battista e Giuseppe Lodigiani che trasferirono in parte la produzione nello stabilimento oltre la ferrovia , avviando la produzione delle cassette per l'Acqua San Pellegrino.
La Ditta impegnava più di cento operai suddivisi nelle varie mansioni. L'attività della segheria terminò nel 1997, con la chiusura definitiva e il successivo smantellamento della fabbrica.


Lino Visigalli, camionista della segheria Lodigiani

venerdì 13 dicembre 2013

I coscritti del 1931


 Li riconoscete? Sono gli inossidabili coscritti del 1931!

Angelo Sozzi, uno di questi eterni giovanotti, mi ha dato queste foto scattate in varie occasioni per tenere viva la memoria di una classe di belgioiosini dalla tempra invidiabile.

Come sempre lascio a voi il divertimento di individuare tra i protagonisti di queste immagini amici e parenti. 



martedì 10 dicembre 2013

Un disperato amore nel parco del castello

Per un certo periodo, durante gli anni '80, il parco del castello ha aperto i cancelli al pubblico un paio di giorni la settimana. Il bambino che ero allora approfittava sempre di quelle occasioni e si divertiva ad esplorarne i viali, ammirando da vicino i leoni di pietra (mia madre mi diceva che una volta erano posti all'inizio del paese; sulla “Curva dei Leoni”, appunto) e correndo su e giù per il tunnel vegetale che costeggia il lato di via Dante.
C'erano tante cose curiose in quell'enorme parco ma il dettaglio che più mi colpiva era una lapide sbiadita che si trovava nel boschetto in fondo alla galleria di alberi, sul lato opposto rispetto all'entrata.
L'anno 1803 il dì 15 luglio alle ore 10 del mattino Federico Federici della città di Trento, ufficiale nel corpo dell'artiglieria italiana di guarnigione in Pavia in età di anni 24 per delirio di amore qui si uccise”, diceva la scritta riportata.
Durante l'infanzia è difficile capire bene il concetto di morte, figuriamoci quello di suicidio. Sarà per quello che l'immagine di un poveretto che si era tolto la vita per via di un cuore spezzato mi incuriosì tanto. Quella strana lapide era una cosa che non avevo mai visto e raccontava una storia troppo grande, che facevo fatica a comprendere.
Un po' di anni dopo, da adolescente, qualcuno mi raccontò la leggenda di un fantasma nel parco del castello. Venne fuori che era lo stesso ufficiale che si era dato la morte in quel punto del giardino. La vicenda prendeva così un'aria più misteriosa: si diceva infatti che nella notte che precedeva l'anniversario del suicidio si potesse vedere lo spettro del poveretto aggirarsi per i viali del castello. Mai avuto occasione di constatarlo di persona ma per un po' mi è piaciuto crederlo.
In tempi recenti, durante le visite alle mostre che periodicamente si svolgono in castello, ho passeggiato più di una volta fino alla lapide. Oggi il gesto dell'infelice Federico Federici ha un senso molto diverso, lontano dalla curiosità infantile e dalle storie paurose che possono scaturire da una mente adolescente. Oggi la sorte dell'ufficiale trentino mi sembra solo triste e mi è venuta la voglia di conoscere la verità sulla vicenda. Ringrazio dunque Giuseppe Malinverni per aver accolto il mio appello alla salvaguardia del patrimonio storico di Belgioioso e per avermi fatto avere l'opuscolo che ho digitalizzato e riportato qui di seguito, a disposizione di chiunque sia interessato. Il documento fa parte di un pacchetto più vasto di materiale presente nella biblioteca comunale, fascicoli e volumi che non riguardano solo il castello ma vari aspetti della storia di Belgioioso.
Con il tempo pubblicherò anche il resto, per il momento concentriamoci sulla vera storia di quell'amore disperato e fatale.

sabato 7 dicembre 2013

Famiglie di Belgioioso: Pacchiarotti e Parmisari

Le foto di famiglia hanno sempre il loro fascino, specialmente se le riprendiamo in mano dopo tanti anni.
Gianmario Pacchiarotti mi ha recentemente fatto avere tre immagini che hanno oltre mezzo secolo e che ritraggono alcuni suoi parenti, belgioiosini storici.
Nelle foto qui sopra c'è tutta la famiglia di mio padre – mi ha raccontato Gianmario – in quella scattata nel cortile del Dosso c'è suo nonno Parmisari (al braghin) e la moglie, mia nonna Virginia Parmisari e mio nonno Paolo Pacchiarotti. In braccio a mia nonna si vede mio zio Gilberto mentre mio padre, il più grande, è in piedi li vicino. Poi c'è anche mio zio Vittorio, Giancarlo Parmisari e la sorellina Lidia in braccio alla zia Rita e infine mia zia Cesarina”.
La foto del Dosso risale alla seconda metà degli anni'40 mentre quella qui sotto, scattata al ristorante (Gianmario mi ha corretto spiegandomi che invece erano nel tinello della casa di sua nonna in Via Cairoli, "in dla curt in facia ala madunina") , è degli anni '50.

P.S. Poco fa su Facebook è arrivata una piccola precisazione da parte di Lidia Parmisari: "Non sono io il bambino in braccio, ma Severino con sua mamma. C'è solo Giancarlo, io non ero ancora nata". Tireremo le orecchie a Gianmario per l'imprecisione ;-) 


Foto come queste sono un patrimonio. Testimoniano un epoca e un modo di vivere che ora non c'è più. Se ne avete e volete condividerle con noi scrivetemi a info@belgioiosoracconta.com o chiamatemi al numero 349.6422005 e sarò felice di digitalizzarle e di metterle sul nostro sito.
Un giovanissimo Luigi Pacchiarotti

lunedì 2 dicembre 2013

La storica macelleria Vigoni

Dietro suggerimento di Claudia Terna ecco il ricordo di un'attività storica di Belgioioso che ha chiuso i battenti proprio pochi giorni fa: la macelleria Vigoni.
Secondo le ricerche di Claudia, tutto iniziò nel nel 1852 con il capostipite Francesco.
In seguito subentrò il figlio Giuseppe e successivamente il primogenito di quest'ultimo, Erminio con la moglie Camilla Ripa.
Rimasta vedova in giovane età, la signora Camilla si occupò del negozio fino al momento di passare il testimone al figlio Emilio (detto Miglietu), che lavorò nell'attività fino a 65 anni.
Un altro cambio generazionale avvenne quando subentrarono nell'attività i figli di Emilio: Luigi, Angela e Mimmo.
Commessi storici della macelleria sono stati Carlo Rebizzi e Gigi Gatelli, altri volti noti del nostro paese.

PS. Giancarlo Coscia ha lasciato su facebook un commento che integra molto bene le foto qui sotto. Lo riporto per intero: Sapete chi è l'uomo con la moto ... ? E Miglietto il papà di Mimmo di Angela e Gigi ... la signora con il grembiule bianco è la mamma di Miglietto, la signora Camilla, l'altra donna e la mamma del Giuseppe Fontana, la signora Pina, la più piccolina è la Mimma la sorella del Giuseppe ... nel negozio a fianco c'è alla finestra la mia tata Maria e sotto il mio bisnonno Angelo ... a quei tempi era una drogheria colorificio ..  
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