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giovedì 19 marzo 2015

Giovanni Manelli, il postino di Belgioioso


Ai primi del '900, l'ufficio postale era situato in un antico palazzo in centro paese ,
Unico postino, fino alla fine degli anni sessanta era Giovanni Manelli, classe 1892.
Prima delle otto, Giovanni era già in ufficio per smistare la posta  che arrivava da Pavia con il treno delle sette e venti e nel pomeriggio con il treno delle quattordici.
Giovanni timbrava le missive fronte e retro, suddivideva il tutto per zone e poi per vie, sistemava la posta nella borsa di cuoio e iniziava il giro di consegna.


Oltre a girare con la sua bicicletta per tutto il paese, si recava anche alle cascine Valcova e Vittoria, costeggiando il sentiero della ferrovia.
A volte la consegna si protraeva anche nel pomeriggio e nella brutta stagione, quando le giornate si accorciano troppo presto, usava una piccola torcia per entrare nei cortili bui.
In tempo di guerra, le lettere che i militari spedivano a casa non venivano consegnate insieme alle altre, ma Giovanni le conservava a parte e le portava ai destinatari anche a sera tarda, quando era certo di trovare in casa qualcuno: sapeva bene quanto i parenti dei solati aspettassero con ansia notizie dai loro cari!
Terminò il servizio di postino nel 1965, con il raggiungimento dell'età pensionabile.

Paolo Verri sul tetto del mondo

Oggi Belgioioso....vi Racconta la magica avventura di un nostro concittadino, Paolo Verri, salito "sul tetto del mondo", grazie ad una generosa scorpacciata di piselli.
Chissà  se da piccolo, come tutti i bambini, quando si trovava nel piatto questi piccoli legumi, ne era ghiotto o li scartava mettendoli sul bordo del piatto...
Fatto sta, che martedì sera alla trasmissione "Lo Show dei record"
condotto da Gerry Scotti, Paolo aveva talmente fame che ne ha divorati ben 86 in un minuto, battendo la detentrice del titolo, una signora irlandese che ne ha mangiati "solo" 60.

Scherzi a parte, questo risultato è stato davvero meritato: Paolo si è preparato per molti mesi, mangiando i piselli che la mamma Mariuccia cucinava e grazie anche all'incoraggiamento dei suoi due "allenatori" Angelo Villani e Angelo Formaggia, che quotidianamente, come un vero team, aiutavano Paolo ad allenarsi in vista della gara.
Per tutti è stata una bella soddisfazione e, alla proclamazione del nome del nuovo "recordman", in Via Strambio, dove risiede Paolo, è iniziata la festa !

Tantissimi complimenti e grazie per aver onorato ancora una volta il nome di Belgioioso!

 

mercoledì 18 febbraio 2015

“La Bassa Pavese”, un bollettino bibliotecario degli anni'80


Rovistare nella storia locale porta sempre a sorprese inaspettate. Recentemente Carlo Grignani mi ha fatto avere brani di una pubblicazione che usciva nella prima metà degli anni '80, un periodico del sistema bibliotecario del Basso Pavese che venne pubblicato dal gennaio del 1982 alla primavera del 1984.
Fu un tentativo "culturale" fatto da un gruppo di persone con diversi percorsi di vita– mi ha raccontato Carlo, che era una delle firme del giornale - forse ti può far piacere conoscerlo”.
Aveva ragione. Mi ha fatto molto piacere sapere dell'esistenza di queste pubblicazioni e penso che anche voi le troverete interessanti.

martedì 20 gennaio 2015

Quando a Belgioioso c'erano tre cinema

Tra gli anni cinquanta e la fine degli anni ottanta a Belgioioso c'erano tre sale cinematografiche: in Via Garibaldi, nell'edificio del Municipio, c'era il Cinema Rocco, in Via Dozzio il Cinema Gioiello e in Via Cairoli il Cinema Ideale, meglio conosciuto come  "al Cinema di pret".
Cinema Rocco
Il primo locale, dove venivano trasmessi le pellicole ovviamente in bianco e nero era il Cinema Rocco, che prese il nome dal suo proprietario, immigrato dal sud nel nostro paese in cerca di fortuna.
Rocco aprì il Cinema nella seconda metà degli anni quaranta, subito dopo la guerra e lo gestì per circa dieci anni.
I primi film che venivano proiettati "al Rocco" erano in formato
CinemaScope, ovvero un tipo di ripresa che, adeguatamente "lavorata", permetteva di ottenere un immagine deformata e visibile a tutto campo, adattabile quindi agli schermi che c'erano nelle sale cinematografiche.
Con l'apertura del Cinema Gioiello, il Cinema Rocco fu costretto a chiudere, in quanto il nuovo locale, moderno e molto capiente, aveva saputo attirare la clientela grazie anche ai primi kolossal che sarebbero diventati col tempo,veri capolavori cinematografici.

Cinema Gioiello

All' ingresso, accanto alla biglietteria erano esposti i cartelloni che pubblicizzavano il film in proiezione quel giorno.

Carla Chiolini e il marito Carlo Mantovani

Il vero pienone si faceva ovviamente nei fine settimana quando, liberi dagli impegni lavorativi,  ci si svagava godendosi una bella 
proiezione.

La balconata al Cinema Ideale
Il Cinema che ebbe vita più lunga a Belgioioso è stato "l' Ideale", ovvero "al Cinema di pret ", oggi salone polivalente.
Qui venivano proiettati i film dei cowboy o di avventura, generi che appassionavano i ragazzi, in quanto, fino alla fine degli anni sessanta, l'oratorio era luogo ad uso esclusivo dei maschi, mentre le ragazze si ritrovavano dalle suore canossiane.
                                                 

Alla domenica mattina, dopo la Messa, c'era una prima proiezione seguitissima e nel pomeriggio, soprattutto nei mesi invernali, venivano proiettati film che tenevano incollati al grande schermo i ragazzi che abitualmente frequentavano l'oratorio.







 

venerdì 2 gennaio 2015

Quando l'abito lo faceva la sarta

Il mestiere della sarta era, fino a una trentina di anni fa, un'attività molto diffusa a Belgioioso. L'ultimo numero del periodico edito da Luigi Migliavacca riportava bei racconti e ricordi della sarte che abitavano in Via Dosso.
Tante erano le botteghe di questi abili artigiani, che confezionavano abiti sia da uomo che da donna.
In Via Rosselli abitava la signora Ada Fornasini "sarta finì", chiamata così perché, già all'età di quattordici anni, frequentava una scuola a Milano per imparare il mestiere.
Come la maggior parte dei suoi colleghi lavorava presso la propria abitazione e si riforniva di stoffa da "Ginu al marcant ad la cuntrà".
Le clienti sceglievano su cartamodello l'abito adatto alle loro esigenze e da quel momento iniziava il lavoro.
Sul tavolone tratteggiava la stoffa con un gessetto e, successivamente, imbastiva la stoffa; provava il modello prima su un manichino per correggere eventuali imperfezioni e infine lo faceva  provare alla cliente, passando così alla cucitura definitiva.

Era molto brava a confezionare abiti da sposa, che amava arricchire di tulli e volant.
Era solita applicare all'interno dell'abito una fettuccia con il suo nome e cognome.
A lavoro ultimato, l'abito, sapientemente stirato, veniva avvolto nella carta da pacco chiuso ai lati con gli spilli.
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