Michele Carenzio è un personaggio noto a tutti i belgioiosini. A tanti anni dalla sua scomparsa chi l'ha conosciuto ricorda ancora con un sorriso questo eccentrico brusacrist che partendo dal Basso Pavese arrivò alla conquista di Parigi. Mia madre, Loredana Sclavi, lo conobbe quando frequentava la Locanda della Pesa, ai tempi gestita dai miei nonni. Ecco di seguito i suoi ricordi e un filmato dell'archivio RAI dove compare questo nostro illustre concittadino.
Michelino era intelligente ma
stravagante e da giovane era attratto dal mondo dello spettacolo.
Grazie alla sua intraprendenza arrivò fino a Parigi, pare in
autostop. Considerando le poche automobili che circolavano allora,
non deve essere stato facile.
Qui la fortuna degli audaci lo portò a
conoscere la famosa Mistinguett che lo prese sotto la sua
ala protettrice e lo inserì nel suo
corpo di ballo. Accanto a lei conobbe il mondo dei lustrini e le
riviste iniziarono a parlare di lui.
Fece parte, assieme alla diva, di una
compagnia itinerante che lo portò ad esibirsi in giro per il mondo.
Divenne famoso e nel '37 partecipò al film “Il feroce Saladino”.
In quegli anni si diede alla bella vita
parigina accanto a quella affascinante signora, più anziana di lui,
ma con la quale si dice intrattenesse una relazione.
Molti ricordano che la portò pure a
Belgioioso per farle conoscere il suo paese natale.
Chi c'era racconta di un arrivo su una
macchina di lusso e di un pranzo che si tenne proprio alla Pesa, il
locale gestito allora dai miei genitori e dai miei zii.
Michelino, salvo una breve parentesi
trascorsa in Brasile, rimase accanto alla stella parigina fino
quando questa, arrivata ormai alla
tarda età, entrò in una casa di riposo.
Quando fece ritorno in Italia, il
nostro iniziò a lavorare come interprete alla rinascente a Milano,
visto che parlava molto bene in francese.
Io lo conobbi da pensionato, quando
trascorreva parecchio tempo alla Pesa. Lo ricordo ancora bene, mentre
sorseggiava il suo Pernod e si struggeva nella nostalgia e nel
rimpianto dei bei tempi parigini.
In effetti non amava quel presente e
non accettava di essere uno qualunque: voleva credersi ancora la star
degli anni d'oro. Quando parlava del suo passato gli occhi gli
brillavano e sembrava recitasse. Nella sua casa conservava tanti
ricordi dei tempi andati: abiti da scena, paillettes, piume, boa di
struzzo, vestaglie ricche di strass che qualche volta indossava
anche per venire nel nostro locale.
Quando succedeva questo, anche se è
brutto da ricordare, suscitava l'ilarità di molti.
Amava parlare della sua Parigi in ogni
occasione, dei Campi Elisi, della Torre Eiffel, dei locali notturni.
Io, ai tempi, ero una ragazzina e lo ascoltavo attentamente perché,
quando era sobrio, era una persona dalla conversazione gradevole e
dotato di un'intelligenza brillante.
Purtroppo quando i troppi Pernod lo
offuscavano diventava invece poco gentile con le persone
che lo circondavano. In quei momenti
scaricava addosso agli altri l'amarezza di aver perso il suo posto in
quel mondo dorato che tanto amava.
Nonostante quelle ombre era un uomo
buono e generoso e tutti gli volevano bene.
Mi spiace ricordare come visse male gli
ultimi anni della sua vita, quando il pernod era ormai solo un
miraggio perché quello che si poteva permettere era un semplice
bianchino o, nel migliore dei casi, un grappino non troppo di marca.
Per fortuna aveva dei buoni amici che lo aiutarono ad alleggerire il
disagio di quella condizione.
In questi giorni ho trovato su youtube
il filmino che avete visto qui sopra che lo ritrae accanto alla sua Mistinguett, all'apice
del suo fulgore. Lo voglio ricordare così, condividendo queste
memorie lontane con gli amici di Belgioioso Racconta. Credo farà
piacere a tutti quelli che, come me, gli hanno voluto bene.
Loredana Sclavi
Brava Loredana
RispondiEliminaE cosi che va ricordato
Non ridicolizzato come e stato fatto quando arrivo il suo autunno