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sabato 14 settembre 2013

Michele Carenzio, un belgioiosino a Parigi


Michele Carenzio è un personaggio noto a tutti i belgioiosini. A tanti anni dalla sua scomparsa chi l'ha conosciuto ricorda ancora con un sorriso questo eccentrico brusacrist che partendo dal Basso Pavese arrivò alla conquista di Parigi. Mia madre, Loredana Sclavi, lo conobbe quando frequentava la Locanda della Pesa, ai tempi gestita dai miei nonni. Ecco di seguito i suoi ricordi e un filmato dell'archivio RAI dove compare questo nostro illustre concittadino.

Michelino era intelligente ma stravagante e da giovane era attratto dal mondo dello spettacolo. Grazie alla sua intraprendenza arrivò fino a Parigi, pare in autostop. Considerando le poche automobili che circolavano allora, non deve essere stato facile.
Qui la fortuna degli audaci lo portò a conoscere la famosa Mistinguett che lo prese sotto la sua
ala protettrice e lo inserì nel suo corpo di ballo. Accanto a lei conobbe il mondo dei lustrini e le riviste iniziarono a parlare di lui.
Fece parte, assieme alla diva, di una compagnia itinerante che lo portò ad esibirsi in giro per il mondo. Divenne famoso e nel '37 partecipò al film “Il feroce Saladino”.
In quegli anni si diede alla bella vita parigina accanto a quella affascinante signora, più anziana di lui, ma con la quale si dice intrattenesse una relazione.
Molti ricordano che la portò pure a Belgioioso per farle conoscere il suo paese natale.
Chi c'era racconta di un arrivo su una macchina di lusso e di un pranzo che si tenne proprio alla Pesa, il locale gestito allora dai miei genitori e dai miei zii.
Michelino, salvo una breve parentesi trascorsa in Brasile, rimase accanto alla stella parigina fino
quando questa, arrivata ormai alla tarda età, entrò in una casa di riposo.
Quando fece ritorno in Italia, il nostro iniziò a lavorare come interprete alla rinascente a Milano, visto che parlava molto bene in francese.
Io lo conobbi da pensionato, quando trascorreva parecchio tempo alla Pesa. Lo ricordo ancora bene, mentre sorseggiava il suo Pernod e si struggeva nella nostalgia e nel rimpianto dei bei tempi parigini.
In effetti non amava quel presente e non accettava di essere uno qualunque: voleva credersi ancora la star degli anni d'oro. Quando parlava del suo passato gli occhi gli brillavano e sembrava recitasse. Nella sua casa conservava tanti ricordi dei tempi andati: abiti da scena, paillettes, piume, boa di struzzo, vestaglie ricche di strass che qualche volta indossava anche per venire nel nostro locale.
Quando succedeva questo, anche se è brutto da ricordare, suscitava l'ilarità di molti.
Amava parlare della sua Parigi in ogni occasione, dei Campi Elisi, della Torre Eiffel, dei locali notturni. Io, ai tempi, ero una ragazzina e lo ascoltavo attentamente perché, quando era sobrio, era una persona dalla conversazione gradevole e dotato di un'intelligenza brillante.
Purtroppo quando i troppi Pernod lo offuscavano diventava invece poco gentile con le persone
che lo circondavano. In quei momenti scaricava addosso agli altri l'amarezza di aver perso il suo posto in quel mondo dorato che tanto amava.
Nonostante quelle ombre era un uomo buono e generoso e tutti gli volevano bene.
Mi spiace ricordare come visse male gli ultimi anni della sua vita, quando il pernod era ormai solo un miraggio perché quello che si poteva permettere era un semplice bianchino o, nel migliore dei casi, un grappino non troppo di marca. Per fortuna aveva dei buoni amici che lo aiutarono ad alleggerire il disagio di quella condizione.
In questi giorni ho trovato su youtube il filmino che avete visto qui sopra che lo ritrae accanto alla sua Mistinguett, all'apice del suo fulgore. Lo voglio ricordare così, condividendo queste memorie lontane con gli amici di Belgioioso Racconta. Credo farà piacere a tutti quelli che, come me, gli hanno voluto bene.

Loredana Sclavi

1 commento:

  1. Brava Loredana
    E cosi che va ricordato
    Non ridicolizzato come e stato fatto quando arrivo il suo autunno

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